“New Amsterdam” (1980)

New Amsterdam, come da titolo, è una canzone dedicata a New York:  tra la fine degli anni settanta e primi anni ottanta Costello – quando suona con gli Attractions negli USA – è travolto dai ritmi della Grande Mela vivendo “una vita che è quasi un suicidio”. Il testo del brano , giocando con le parole, arriva a disegnare la  sensazione di spericolata e opprimente confusione newyorkese vissuta dal musicista inglese : “finché non schiaccerò il freno per liberarmi dalle sue grinfie”. Nella strofa finale, a chiusura di canzone, trova poi spazio una riflessione di carattere personale : la vita ai due lati opposti del mondo – Inghilterra e USA – viene messa a confronto, vengono citati “i vecchi tempi a Liverpool” dove Costello ha vissuto con la madre; Londra (la sua casa attuale) dove non sono sembra sentirsi a casa e gli Stati Uniti (“the other side”) con la sua gente trasparente.

“Tiny Steps” (1980)

Tiny Steps, brano originariamente pubblicato come lato B di Radio, Radio nel 1978, è incluso nella raccolta di bside e inediti Taking Liberties (1980). Il testo ha come fulcro iniziale e centrale l’atmosfera horror e terrificante da racconto hitchcockiano: Costello racconta, infatti, nelle liner di Girls Girls Girls (1989) di aver preso in prestito lo scenario tratteggiato nella canzone da un episodio de L’Ora di Hitchcock: si tratta, molto probabilmente, de Gli amici invisibili (titolo originale, Where the Woodbine Twineth), sceneggiatura ispirata al racconto omonimo di Manly Wade Wellman.

“Honey, Are You Straight Or Are You Blind?” (1986)

Honey, Are You Straight Or Are You Blind? è un brano felliniano, tra sogno e realtà. Nasce in maniera onirica, “mi è venuto in mente in sogno” racconta Costello nelle liner notes della compilation Girls Girls Girls (1989). Il testo non è facilmente intelligibile, dato che, volendo, i frammenti di immagini affrescati brevemente nelle varie strofe possono essere interpretati da più punti di vista: una fidanzata gelosa della ex del proprio fidanzato; un uomo che la propria ex è lesbica ecc. . Il titolo, poi, sembra essere volutamente ambiguo: l’aggettivo straight può avere più significati – astemio/pulito, etero (sessuale), ordinario e così via. La mia interpretazione tende a voler considerare l’aggettivo straight, nel senso di straight-laced: moralista, puritano, da me tradotto e contestualizzato nella traduzione in maniera neutra con intransigente.

“From A Whisper To A Scream” (1981)

La scrittura “Trust” (1981) è influenzata dall’assunzione di alcol e droghe, è lo stesso Costello nelle liner notes della ristampa del 2003, “da un punto di vista personale, questo è stato semplicemente il disco della mia carriera più influenzato dalla droga . Dico questo, senza nessuna sobria pietà o in modo da glorificarlo con un accondiscendente senno di poi, ma perché è vero. È stato completato quando ero vicino a un collasso nervoso autoindotto da una dieta a base di sidro forte e grezzo, gin e tonic, polveri varie, di cui solo una era l’Andrews Liver Salts, e alla fine, Seconal e Johnnie Walker Black Label. Le mie divagazioni coerenti a malapena del mio cervello confuso furono gradualmente lavorate dalle inarrestabili rielaborazioni di melodie e frammenti lirici, molti dei quali predatavano la mia carriera professionale.” “From a Whisper to a scream”, tra i brani più intelligibili del disco, è il breve quadretto di una sbornia in qualche locale – immaginario tra l’altro raccontato e descritto anche in “Clubland” – e, sotto l’effetto degli alcolici (probabilmente), il protagonista del brano alla caccia dell’altro sesso, “Taking every word she says just like an open invitation”.

“13 steps lead down” (1994)

I tredici passi del titolo e del ritornello nascondono due significati: il primo è legato al luogo di nascita della canzone, l’ispirazione per la scrittura a Costello è venuta osservando il monumento funerario a Francisco Franco, Valle de los Caidos, situato a San Lorenzo de El Escorial, nella comunità autonoma di Madrid. Alla rivista Musician – nel marzo 1994 – il musicista britannico ha raccontato, “ho scritto ‘Thirteen Steps Lead Down’ in Spagna. Sono andato a vedere dove è sepolto Franco. È un grande tunnel sotto una montagna. È un mausoleo così malato perché 100.000 persone di entrambi gli schieramenti della guerra civile sono sepolte in questo tunnel, e lui è sepolto al centro, con questa sorta di altare. È un gesto, fatto in retrospettiva, di riconciliazione, evitando il fatto che se non fosse stato per lui, non sarebbero tutti morti. Era sorvegliato da questi futuristici, letteralmente, angeli distorti, questi dei fascisti. Nelle vicinanze c’è il palazzo dove tutti i re spagnoli sono sepolti. Mentre il terribile immaginario della tomba di Franco è così esplicito e così tipico dei fascisti, quantomeno i despoti del passato sapevano davvero come farlo. Scendi questi scalini verde marmo e sono tutti là, tutti in belle bare dorate con le maschere mortuarie. E sono tredici gradini. Certamente sarebbe, sarebbe di cattivo augurio. Stavo cercando una frase per comportamenti ossessivi e ripetitivi; la ragazza in qualche scena bondage scadente nel primo verso e nell’ultimo è nella prigionia – “bondage” – della lussuria e non c’è molto nel mezzo, eccetto amanti inaffidabili”. Il secondo significato di “tredici passi” è, invece, da collegare ai programmi di recupero basati sul lavoro dei dodici passi, come racconta sempre Costello nella stessa intervista, “suppongo che molte persone penseranno che sono deliberatamente provocatorio perché molte persone ottengono molto aiuto da quei ‘programmi dei dodici passi’ […] ma la realtà è che per essere sulla strada , ci deve essere un altro passo. Che tu creda o mena che programmi di recupero dei dodici passi ti aiutino a fare un back up, i tredici passi sono definitivamente la strada da intraprendere.”

“I want you”(1986)

Nelle liner notes della raccolta Girls Girls Girls (1989) Elvis Costello descrive il suono brano come “l’equivalente auditivo di una polaroid offuscata, quindi niente scuse per la mancanza di fedeltà. Non ce n’è bisogno, è soltanto una fotografia istantanea pornografica; tanti bicchieri rotti, una scatola schiacciati di cioccolatini e qualche macchiolina di sangue sul muro.”

“Possession” (1980)

Possession è una piccola canzone pop, come tutti i brani raccolti in Get Happy! (1980): pezzi dalla durata breve – in questo caso due minuti scarsi – con un forte senso della melodia. È stata scritta in un batter d’occhio, nell’attimo fuggente, tra un piccolo bar e lo studio durante le registrazioni del disco in Olanda: Costello, ubriaco fradicio ed infatuato di una cameriera, durante il viaggio in taxi (dal caffè allo studio) nella propria mente dà forma alla canzone :“Un’altra composizione (o decomposizione) scritta da ubriaco. In fuga da un studio olandese intelligentemente isolato, abbiamo cercato l’eccitazione in un piccolo bar. Come previsto comincia ad “innamorarmi” di una cameriera ma sono stato preso di forza per ritornare a lavorare prima che il guaio iniziasse. Ho cominciato le mie proteste per il desiderio in taxi, e sebbene altri pensieri foschi venissero alla mente, la canzone era “completa” prima di raggiungere lo studio. Naturalmente l’abbiamo registrata subito e con un gesto letterale, infantilmente, ho insistito per suonare l’organo (molto male)” ( Girls Girls Girls liner notes, 1989)

“Senior Service”(1979)

Senior Service ha diversi significati: per Senior Service si può intendere un “vecchio funzionario”; può essere sinonimo di “marina militare”; ed è anche una marca sigarette prodotta in Inghilterra. Nel testo si allude velatamente a tutti e tre i significati. Il ritornello – che apre direttamente la canzone – nei primi tre versi gioca con tutti i doppi sensi di “senior service”: senior service è “la giovane insoddisfazione” ; “è un respiro che fai troppo tardi” (probabile riferimento al fumare le senior service); “è una morte che è peggio del destino” (la morte di un soldato?). Come negli altri testi di Armed Forces (che in origine avrebbe dovuto chiamarsi Emotional Fascism) l’immaginario militare diventa metafora dei problemi relazionali: nel caso di “Senior Service” il posto di lavoro diventa un campo di guerra, intriso di violenza e vendetta: “voglio tagliarti la testa e guardarla rotolare nel cesto” o “se per caso ti fai fuori, poi non c’è bisogno che me lo chiedano due volte”. Il titolo del testo, volendo tradurre a tutti i costi, potrebbe essere “vecchia cicca”: usando il termine “cicca” rimarrebbe il doppio gioco con le senior service, le sigarette. Un altro modo per tradurre il titolo potrebbe essere Milit: Milit come militare e come la marca di sigarette vendute ai soldati italiani durante la seconda guerra mondiale.

“Clubland” (1981)

Clubland è un quadretto ambientato idealmente in un club e locale da ballo : luogo di svago e divertimento che però – nel brano- sembra non essere tale finendo per diventare sede di eccessi fini a se stessi : “C’è qualcuno che ha il ferro in tasca per fare il lavoro sporco/Eccoli al tiptap del cavallo zoppo, una stupida piroetta e gli sparerai/Lo lasciano a metà della pista per il paradiso, lasciano te a metà strada per la beatitudine/ L’invito delle signorine non sembrava promettere questo”. La parte finale della canzone tratteggia, in conclusione, un contrasto tra sfruttamento e festa : “Si baratta il diritto al posto con un diritto da buttafuori/Non svenire adesso, non ti tocca il rimborso, hai colto cosa t’eri perso?/Alla folla vien versata una siesta, meno un decimo di trattenuta/Ti è concesso il riposo che basta appena per tirare a covar rancore/Dal martedì al sabato/I soldi sono già finiti/Ci sono cose che vanno di pari passo oggigiorno/Vacillano le mani e vacilla il lavoro.”

“God’s comic” (1989)

“Quando ero un bambino, c’era ancora qualche comico che, sopravvissuto alla scomparsa del music hall*, ce l’ha fatta ad arrivare in TV. Una delle performance familiari era quella dell’ubriacone. Volevo che “God’s comic” fosse quel personaggio, e poi ho pensato che un prete ubriaco sarebbe stato ancora più spregevole. E quando va in paradiso Dio, con la testa nelle mani, è al di sopra di quello che noi abbiamo fatto di questo mondo. Non ci sono tante canzoni che dicono quello che Dio ha detto, letteralmente. Quando Randy Newman scrisse “God’s song”, fu abbastanza scioccante, quindi bisogna dargli credito per averlo fatto. Ma non penso che ciò ti impedisca di avere un altro Dio in un’altra canzone. Non sto dicendo che il mio è l’unico Dio lassù, sempre che ce ne sia uno.”

*genere di spettacolo teatrale e musicale dal vivo che fu popolare nella Gran Bretagna tra gli inizi del XIX secolo e la metà del XX.